29 Mag

LET’S TALK ABOUT L’AQUILA DELLA DECIMA LEGIONE

Tra le uscite di oggi c’è anche il romanzo di Massimiliano Colombo, L’aquila della Decima Legione, che narra le gesta dell’aquilifero della Decima Legione, Lucio Petrosidio, e dei suoi compagni d’armi e della conquista della Britannia.

55 a.C. Quando le navi della flotta romana giungono sulla costa di una terra sconosciuta, si ritrovano a dover fronteggiare un’armata di guerrieri autoctoni, talmente feroci da intimorire le truppe di Cesare. Soltanto l’aquilifero della Decima Legione, Lucio Petrosidio ha il coraggio di lanciarsi nelle fredde acque dell’oceano, e l’aquila del suo vessillo guida la legione degli immortali nell’assalto. Lucio e i suoi compagni d’armi, Massimo, Quinto, Valerio sono gli eroi che si batteranno nella conquista della Britannia, nel nome di Roma e di Cesare, e che proteggeranno Gwynith, la schiava dai capelli rossi che ha fatto breccia nel cuore dell’aquilifero. Ma il destino, in agguato, li attende ad Atuatuca…

35 a.C. Il passato e i suoi fantasmi, il ricordo dei compagni caduti, il fuoco che brucia la coscienza: è per trovare pace a tutto questo che un vecchio ma ancora impavido soldato torna in Britannia a concludere una battaglia iniziata vent’anni prima. Ma anche per ritrovare la donna che da tanto tempo lo aspetta. L’aquilifero della Decima Legione farà i conti con la propria storia.

Ribadisco quello che vi ho detto otto mesi fa quando parlavo di Stirpe di eroi di Massimiliano Colombo, la sua più grande capacità è quella di farci rivivere le gesta dei suoi personaggi come se fossimo lì con loro, parte dello scenario che li vede protagonisti dei suoi racconti, fianco a fianco con la leggenda.

Anche questa volta ci immergiamo nell’antica roma, ai tempi di Cesare, più esattamente nel momento dello sbarco dei legionari romani sulle coste sconosciute della Britannia, un luogo che a quell’epoca era ancora avvolto dalle nebbie del mistero, un mondo nuovo che veniva scoperto dai soldati per la prima volta e che assieme ad esso avrebbe dato loro un assaggio della barbarie di cui erano capaci i suoi guerrieri.

Tutti noi siamo abituati a vedere i soldati, di qualsiasi fazione o razza, come esseri invincibili, capaci di distruggere ogni cosa con il loro incedere e la loro forza, masse di piccole macchine temprate dalle fiamme della violenza, ma in fondo non sono altro che uomini, proprio come noi, deboli e fragili nel corpo quanto nella mente e nel cuore e infatti è proprio qui che Lucio Petrosidio, aquilifero della decima legione, trova pane per i suoi denti.

È proprio qui, infatti, che questo irriducibile legionario subisce la sua ferita più profonda, non inferta da una lama ma dall’amore per una donna che lo ha stregato e ha insinuato nel suo cuore il fastidioso tarlo dell’amore, la morte per un soldato.

Tutto ciò che viene descritto nel libro è tratto dai resoconti del “De Bello Gallico” scritti dallo stesso Giulio Cesare, ma in quelle pagine i nostri protagonisti sono solo un elenco di nomi che non sembrano avere rilevanza in confronto all’auto-elogio scritto dal console in persona. In questo caso il lavoro più grande portato a termine da Massimiliano Colombo è stato proprio il prendere spunto dal “De Bello Gallico” lasciando da parte Giulio Cesare e mettendo in evidenza coloro che hanno permesso al primo imperatore romano di diventare una vera leggenda, poiché senza il loro sangue e l’appoggio di quei nomi sulla lista oggi nessuno ricorderebbe il suo nome.

Sono i caduti, infatti, questa volta a scrivere la storia, attraverso il loro sacrificio noi possiamo vedere la brutalità della guerra ai tempi in cui stare in prima linea voleva dire morte certa e tutto questo viene portato alla nostra attenzione dalle descrizioni che l’autore riesce a rendere con una spontaneità davvero notevole, facendo in modo che il lettore si appassioni alla storia che sta leggendo, proprio come accadeva nel suo precedente romanzo “Stirpe di eroi”.

Grazie alla sua abilità, Massimiliano Colombo ha raggiunto un livello di realismo narrativo tanto elevato da poter quasi sentire noi stessi gli echi di quella battaglia, come fossimo sulla spiaggia del massacro mentre questo avviene, una sorta di macchina del tempo capace di riportarci indietro di millenni senza doverci muovere dalla nostra poltrona, un’esperienza unica che è possibile vivere solo avventurandosi in uno dei suoi romanzi.

“L’aquila della decima legione” è una storia di guerra vissuta attraverso le pieghe della storia, il racconto di un amore vissuto attraverso una battaglia.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.